sabato 24 aprile 2021

 

25 aprile 1945 - 25 aprile 2021



La libertà

Giorgio Gaber

Voglio essere libero, libero come un uomo

Vorrei essere libero come un uomo

Come un uomo appena nato

Che ha di fronte solamente la natura

Che cammina dentro un bosco

Con la gioia di inseguire un'avventura

Sempre libero e vitale

Fa l'amore come fosse un animale

Incosciente come un uomo

Compiaciuto della propria libertà

La libertà non è star sopra un albero

Non è neanche il volo di un moscone

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione

Vorrei essere libero come un uomo

Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia

E che trova questo spazio

Solamente nella sua democrazia

Che ha il diritto di votare

E che passa la sua vita a delegare

E nel farsi comandare

Ha trovato la sua nuova libertà

La libertà non è star sopra un albero

Non è neanche avere un'opinione

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione

Vorrei essere libero come un uomo

Come l'uomo più evoluto

Che si innalza con la propria intelligenza

E che sfida la natura

Con la forza incontrastata della scienza

Con addosso l'entusiasmo

Di spaziare senza limiti nel cosmo

E convinto che la forza del pensiero

Sia la sola libertà

La libertà non è star sopra un albero

Non è neanche un gesto o un'invenzione

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero

Non è neanche il volo di un moscone

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero

Non è neanche il volo di un moscone

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione








sabato 17 aprile 2021

Così la Terza Divisione è entrata nella mia vita.

 


Foto: Rocky il Bulldog, immagine del "Dogface Soldiers" (soldati con la faccia da cane) 

Si riferisce a un soldato di fanteria dell'esercito americano che presta servizio nella fanteria, specialmente durante la seconda guerra mondiale

La canzone Dogface Soldiers, originariamente scritta nel 1942 da due soldati di fanteria dell'esercito americano, Ken Hart e Bert Gold. Fu ascoltata dal Gen. Lucian K. Truscott ed è stata adottata come canzone ufficiale della 3a divisione di fanteria, ed è stata ampiamente suonata e cantata durante la seconda guerra mondiale. La canzone alla fine vendette 300.000 copie. Ancora oggi è cantata ogni mattina dopo la sveglia dai soldati della 3a divisione di fanteria mentre si trovano in guarnigione a Fort Stewart ,Georgia e Hunter Army Airfield , Georgia.

Rocky il Bulldog fu disegnato da Walt Disney nel 1965.


Così la Terza Divisone è entrata nella mia vita.

 

Le notti che amo di più sono quelle con il maltempo.  

La candela, rigorosamente alla vaniglia è subito accesa; perché dalle mie parti la corrente spesso cade nelle notti burrascose. Le luci sono ridotte al minimo e ci si prepara allo spettacolo.

Il vento e l’acqua sferzano le finestre, mentre sprofondo nella poltrona della camera ed inizio a circondarmi di libri, post-it e matite da temperare sempre.

Ho lasciato le finestre senza la copertura delle persiane, per vedere l’acqua che batte sui vetri e le luci dei fulmini che riempiono di blu e bianco la stanza per poi farla tornare buia.

Alla luce dei fulmini, la vetrina in fondo alla stanza s'illumina e vedo per un attimo l’elmetto e le varie patch della Terza Divisone; quella in metallo, regalata dal presidente e le altre della Seconda Guerra Mondiale. Appare la bronze star, nella sua confezione, i bossoli della buca di Floyd Lindstrom, la medaglia del centenario, il mio cappello con gli stemmi ed il papavero rosso, gli attestati sulle pareti e la bandiera rossa e blu sull'asta con la freccia dorata.

Appaiono per un secondo e poi spariscono, seguite dal suono del tuono; è un effetto che mi piace. Per un po' resto così, sono quelle notti in cui vorresti raggiugere la moglie a letto, perchè ha paura dei tuoni, ma anche restare ancora un po' accanto alla storia.

In fondo siamo fortunati ad avere delle mogli che comprendono il nostro destino: chiamato dalla storia! Come lo definisco io.

Ed il mio destino era la Terza Divisione di Fanteria, il suo richiamo lo sento sempre, in notti come queste o girovagando nei luoghi dei combattimenti in Italia.

Stando comodo sulla poltrona tra gli appunti ed i libri la storia dei “dogface soldiers” si apre alla mia vista ed alla mia conoscenza, ma è quando sono a piedi, sulla sommità delle colline, come a Monte Lungo o nelle “fox hole” di Monterotondo, rimaste intatte; quando osservo i ruderi di una vecchia casa che fu ospedale per i ragazzi del 7th reggimento, posta alla base di Monte Camino; è in questi luoghi che sento il compiersi del richiamo della storia, di quella storia che si è unita alla mia e mi fa essere come un “dogface” nei boschi, che sente l’odore e abbaia agli altri del branco per far sentire la sua presenza e cercare gli altri “dogface” chiamati dalla storia al loro destino.

Il destino non è altro che questo continuo desiderarne la presenza, ricercarla, come un’orma nel sottobosco e seguirla fino alla tana dei “dogface soldiers”.

Non si può spiegare, come non si può spiegare l’emozione del profumo dell’erba appena tagliata, la vista della brina sulle felci, la sensazione di stare sdraiati nel silenzio e nel fango di una “fox hole”, nei resti di una trincea o davanti ad una croce bianca di cui conosci la storia di quel nome, perché forse sei stato nella sua buca, ma sicuramente eri nel luogo che lo vide per l’ultima volta respirare.

Non è felicità, non è gioia, si è appagati, sazi di qualcosa di intangibile che è dentro di noi, che non sapevi di avere e che emerge in tutta la sua forza. La consapevolezza di essere stati scelti per seguire una missione, un distintivo a strisce diagonali bianche e blu che ha fatto sempre parte della tua vita. 

Era a un passo da te ma non lo vedevi fino a quando si è manifestato, un po' alla volta lungo la tua vita, fino al giorno in cui tutto diventava più chiaro ed il “dogface” trovava la sua tana.

Ho vissuto i primi 18 anni della mia vita in un quartiere popolare di Roma, Centocelle, cosi chiamato perché in epoca romana c’era un avamposto per il ricovero dei cavalli. Da ragazzi andavamo a giocare in un grande prato a poca distanza da casa, veniva chiamato “i pratoni” per la sua grandezza. Al centro era pericoloso giocarci perché c’erano i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale, in parte crollati. Oggi è una colata di cemento e asfalto, con strade, palazzi e centri commerciali.

Qualche giorno fa leggendo sulla liberazione di Roma, ho appreso che il 30th reggimento partì la mattina alle 5.30 da Valmontone e percorrendo la via Casilina raggiunse Centocelle fermandosi a nord ovest in attesa di entrare a Roma. A nord ovest ci sono “i pratoni”; li ho frequentati per 18 anni prima che la mia famiglia si trasferisse a Villa Adriana, presso Tivoli ed in seguito a Castel Madama a cinque chilometri verso est.

In questa nuova residenza, le strade che percorro ogni giorno da 38 anni sono quelle che percorse il 7th reggimento per entrare a Roma, in quel 4 giugno del 1944; anche questo l’ho scoperto dalle ultime traduzioni dei testi in inglese sulla storia della Terza Divisione.

Nel mio girovagare degli anni passati, prima che il destino della storia non si palesasse ai miei occhi, i paesi più visitati furono tutti quelli che liberò la Terza Divisione di Fanteria: Artena, Cori, San Cesareo, Palestrina; ho mille ricordi di quelle zone e furono quelle che videro i carri del 601th Tank Destroyer con sopra i “dogface soldiers” della Terza Divisione, salutare la popolazione liberata.

Andavo ogni anno a mangiare le fragole in una nota località e passavo davanti ad una lapide bianca dedicata al Col. Toffey.

E poi ancora, quando fui invitato ad Anzio, per le celebrazioni dello sbarco e comprai la mia prima divisa US Army per partecipare alle rievocazioni storiche, quando ormai la storia stava iniziando a delineare i contorni del mio destino. 

Ricordo un hotel semplice e dal personale cortese, al centro delle zone dei combattimenti successivi allo sbarco. Una notte a leggere la storia di quanto accadde a gennaio del ‘44, sul libro di Rick Atkinson e poi la mattina, per la prima volta indossavo una divisa US Army.

La sentivo addosso, avvertivo il peso della storia che rappresentava; scesi le scale verso la hall in silenzio, con l’elmetto fissato male che si muoveva in ogni parte. Raggiunta la sala mi presentai e mi dissero che avevo la patch della 5a armata e che non andava bene, misero la mano nella tasca e mi regalarono una patch nuova, era a strisce diagonali bianche e blu.

“Oggi siamo la gloriosa Terza Divisione!”  “cucila subito che si parte!” mi dissero.

Trovai una signora gentile dell’hotel che tolse la patch della 5a Armata e con pochi punti mise quella della Terza Divisione, uscii e salii sul Dodge, insieme agli altri, tutti della Terza Divisione, eravamo un mare di onde bianche e blu e mi sentii far parte di loro anche se non li conoscevo.

L’estate successiva andai in Austria per le vacanze e da lì raggiunsi Berchtesgaden, meta turistica ma anche storica. Raggiunta, visitai il museo alla base della collina dove si trova il rifugio dell’Aquila di Hitler e vidi una foto con dei soldati, avevano sull’elmetto la stessa patch che mi avevano regalato.

“Come facevano da Anzio ad essere arrivati fino lì?”

domandai a quella ragazza con me nel viaggio che ancora non sapeva sarebbe diventata mia moglie.

Ripensai a quella foto, alla patch, il “dogface” aveva annusato una pista ed aveva ripreso la ricerca della sua tana, ma la vacanza in seguito distolse i suoi pensieri.

La storia ormai aveva iniziato a scorrere nel sangue ed iniziai i miei primi viaggi a Cassino; ricordo che la prima volta mi aveva portato all’abazia mio padre, io ero piccolo, ma già sapevo che i parà tedeschi avevano conteso quel monastero e la collina contro un esercito intero, ma non ricordo chi me lo aveva detto, mio padre di certo no, lo sapevo forse dalle letture dei fumetti di super eroica, che tutte le estati erano il premio per la mia promozione, dato che spendevo tutti i soldi che mi davano a casa per quelle riviste che leggevo sulle scale della scuola elementare, appoggiato al cancello chiuso sotto il sole cocente di giugno, fino a farmi diventare le mani nere e profumate dall’inchiostro.

Tornai a Cassino per vedere i luoghi della battaglia e mi portarono a conoscere altri “dogface”, ognuno con il suo richiamo della storia, con le sue emozioni, il suo fiuto e la ricerca della sua tana e fummo subito branco.

Da Cassino il richiamo mi portò fino al “Mignano Gap”; Montelungo e Monte Camino che stringono la via Casilina (HWSix) vennero percorsi in lungo e in largo, insieme al branco dei nuovi “dogface”.

Il nostro fiuto era verso la 36th Texas, i bersaglieri ed i fanti italiani, che combatterono insieme agli americani; agli inglesi ed alla First Special Service Force, che guardo sempre con onore e rispetto, per la loro guerra sempre un passo avanti agli altri verso il nemico.

Ma da ogni parte guardavo, notavo sempre quel piccolo monte, basso, tutto rotondo, era un richiamo, una cosa che mi attirava e di cui non sapevo il motivo; le notizie erano poche e tutte riferite a dicembre del 1943 quando il monte fu occupato dalla 36th Texas.

In quel periodo stavo iniziando a curiosare sulle medal of honor della 36th Texas in zona e trovai due nomi, “near Mignano Montelungo” diceva la citazione del luogo in cui il valore dell’uomo era andato oltre l’immaginazione. Erano due “dogface soldiers” della Terza Divisione! Uno si era distinto proprio su quel monte che guardavo sempre, era Maurice Lee Britt.

Anzio, Berchtesgaden, Mignano Montelungo… la Sicilia, l’Africa, erano stati ovunque, ma dovevo riprendere tutte le loro tracce per capire ed iniziai a concentrare le ricerche ed osservare le cartine geografiche fino a scoprire che i primi scontri della Winter Line erano stati a novembre per mezzo della Terza Divisione di Fanteria che proveniva da sud ed aveva oltrepassato il fiume Volturno. Quella era la zona dove mi portavano le mie tracce, quella era la zona dove sarei dovuto andare a cercare la mia tana.

Per anni ero andato su quei monti a ricordare fatti e combattimenti di dicembre ma non sapevo cosa fosse accaduto a novembre. era tutto così imperdonabile ma era successo.

Tutto ad in certo punto divenne più chiaro; la storia della Terza Divisione si apriva ogni giorno a nuove scoperte e l’Africa, la Sicilia, Battipaglia, la Winter Line, Nettuno, Roma, poi la Francia, i Vosgi, il Reno, la Germania e Berchtesgaden, erano per me anche Centocelle, il pratone, Palestrina, San Cesareo, la casa in campagna, la Tiburtina, le vacanze in Germania, in Francia, Cassino, la via Casilina, Monte Lungo, Monte Camino, Monte Rotondo, la mia vita aveva percorso per anni i luoghi della Terza Divisione e man mano la storia mi aveva avvicinato a quei colori bianchi e blu.

Annusavo l’aria, il “dogface” stava per raggiungere la sua tana, guardavo la vetta di Monte Camino e pensavo “Volens et Potens!”, dalla quota di Montelungo dicevo “Can Do!”, mi fermavo a ricordare i combattimenti di Monterotondo e dentro di me dicevo “our country, not ourselves!”  

Una sera come questa, fredda e piovosa, decisi di collegarmi al sito internet della Terza Divisione di Fanteria US Army e feci il mio abbonamento all’associazione. Scoprii che ero solo in Italia, venni unito al gruppo Internazionale, ma avevo trovato la mia tana, avevo seguito le tracce di tanti “dogface” e li avevo raggiunti. Erano i figli, i nipoti, di quei “dogface soldiers” che erano venuti un giorno in Italia per sbranare bestie feroci e liberare i boschi dalla loro presenza. Quei boschi dove oggi annuso l’aria in cerca delle tracce del passaggio di quegli eroi con la faccia da cane, sporchi e con la barba incolta e ne sento ancora la loro presenza.




Dedicato a tutti i “dogface” dell’associazione

Luigi S.

Presidente Ass. Terza Divisione di Fanteria, avamposto 16, Italia










lunedì 5 aprile 2021

5 Aprile, scatta l'offensiva nella valle del Pò.

 5 Aprile, l'offensiva nelle valle del Pò.

All'inizio del 1945 la Quinta Armata conteneva circa 270.000 soldati (con oltre 30.000 in più in attesa di incarichi nei depositi di sostituzione), oltre 2.000 pezzi di artiglieria e mortai e migliaia di veicoli, tutti posizionati lungo un fronte di 120 miglia che si estende a est dalla costa ligure, attraverso la cresta dell'Appennino, fino a un punto a sud-est di Bologna. Le principali unità di combattimento del comandante includevano cinque divisioni di fanteria statunitensi (la 34a, 85a, 88a, 91a e 92a), la 10a divisione corazzata e la 1a divisione da montagna degli Stati Uniti, il reggimento 442° giapponese-americano, nonché la 1a divisione di fanteria brasiliana, il gruppo di combattimento italiano libero di Legnano e la 6a divisione corazzata sudafricana. Il IV Corpo degli Stati Uniti a ovest, sotto il Magg. Gen. Willis D. Crittenberger, e il II Corpo degli Stati Uniti a est, sotto il Magg. Gen. Geoffrey Keyes, condividevano il controllo delle dieci divisioni equivalenti. Sul fianco destro della Quinta Armata c'era l'ottava armata britannica, comandata dal 1 ° ottobre 1944 dal generale Sir Richard L. McCreery.  Contiene il 2° corpo polacco e il 5°, 10° e 13° corpo britannico, l'ottava armata controllava otto divisioni di quattro diverse nazioni, oltre a quattro gruppi di battaglia italiani liberi e una brigata ebraica. Nell'aprile 1945 la loro linea si estendeva dall'area di Bologna ad est fino all'Adriatico, dieci miglia a nord di Ravenna. Il generale Clark programmò l'inizio di una nuova offensiva generale all'inizio di aprile 1945. A differenza delle precedenti campagne in Italia, assegnò chiaramente il ruolo principale alle forze americane. Prima dell'offensiva principale, D-day 5 aprile, la 92a divisione di fanteria degli Stati Uniti doveva lanciare un attacco diversivo, Operazione SECOND WIND, per catturare Massa lungo la costa ligure. Quindi, il 9 aprile, l'Ottava Armata doveva penetrare le difese nemiche a est di Bologna, attirando riserve nemiche dal vitale centro delle comunicazioni. A seguito di queste deviazioni, lo sforzo principale del 15° Gruppo dell'esercito, Operazione CRAFTSMAN, sarebbe stato lanciato dalle forze della Quinta Armata intorno all'11 aprile. Inizialmente, le unità della Quinta Armata dovevano penetrare nelle difese nemiche a ovest di Bologna, spostarsi nella Pianura Padana meridionale e quindi catturare la stessa Bologna. Piuttosto che distruggere le forze tedesche, la fase iniziale di CRAFTSMAN si è concentrata quindi sulla penetrazione del fronte dell'Asse e sulla presa di terreno sufficiente per fornire una base per ulteriori operazioni nella Pianura Padana. Truscott intendeva attaccare con le forze di entrambi i corpi che avanzavano fianco a fianco lungo due strade principali, scagliando gli assalti per consentire la massima concentrazione di supporto aereo e di artiglieria per ciascuno. Il IV Corpo di Crittenberger attaccherebbe per primo, a ovest delle autostrade 64 e 65 che portano a nord a Bologna. Un giorno dopo, Keyes ' con il II° Corpo avrebbe attaccato a nord lungo la Highway 65 e avrebbe preso Bologna. Durante la Fase II, entrambi gli eserciti alleati avrebbero continuato a nord verso l'area Bondeno-Ferrara, trenta miglia a nord di Bologna, intrappolando le forze dell'Asse a sud del fiume Po. Infine, la Fase III vedrebbe gli eserciti alleati combinati attraversare il Po e avanzare verso Verona, cinquanta miglia più a nord, prima di aprirsi a ventaglio nell'Italia settentrionale, in Austria e in Jugoslavia, completando la distruzione delle forze dell'Asse nell'Europa meridionale.

Operazioni

Il 5 aprile 1945, la 92a divisione di fanteria degli Stati Uniti iniziò il suo attacco diversivo sulla costa ligure. Insanguinata da una controffensiva dell'Asse nel dicembre 1944 e di nuovo durante un'offensiva nella valle del fiume Serchio nel febbraio 1945, l'ormai veterana 92a divisione, preceduta da bombardamenti aerei e di artiglieria, attaccò prima dell'alba con il 370 ° fanteria e l'annesso 442° Regimental Combat Team. Mentre le truppe del 370 ° avanzavano attraverso le colline lungo la strada costiera verso Massa, ricevettero un pesante fuoco nemico e furono fermate.

Nell'entroterra, invece, i soldati Nisei del 442° scalarono le Alpi Apuane per aggirare Massa da est. Durante l'avanzata nei pressi di Seravezza, la Compagnia A del 100° Battaglione del reggimento fu bloccata dal pesante fuoco nemico. Quando il suo capo squadra è stato ferito in azione, subentrò il Pfc. Sadao S. Munemori. In diversi attacchi frontali e solitari attraverso il fuoco nemico diretto, ha messo fuori combattimento due mitragliatrici nemiche con granate. Ritirandosi sotto il fuoco assassino nella sua posizione, Munemori aveva quasi raggiunto la sicurezza di un cratere di granata occupato da due dei suoi compagni quando una granata inesplosa rimbalzò sul suo casco e rotolò verso di loro. Rialzatosi prontamente, si tuffò verso la granata e ne soffocò l'esplosione con il suo corpo. Con la sua azione rapida ed eroica, salvò due dei suoi compagni a costo della propria vita e fu insignito postumo della Medaglia d'Onore. Dopo diversi giorni di combattimenti così selvaggi, il 442° conquistò Massa e l'11 aprile si spinse a nord verso le famose cave di marmo di Carrara. Qui, una determinata resistenza nemica ha fermato la corsa americana per oltre una settimana.

A est, sulla costa adriatica, i soldati polacchi, indiani, neozelandesi e britannici dell'Ottava Armata si fecero avanti il ​​9 aprile dopo un massiccio sbarramento aereo e di artiglieria. Per i successivi giorni ingaggiarono ingaggiarono le forze dell'Asse del 26° Panzer, 98° Fanteria, 362° Fanteria, 4° Paracadute e 42° Jaeger division attraverso l'intero fronte, spingendole gradualmente a nord verso il varco vitale di Argenta, appena ad ovest dell'invalicabile Laguna di Comacchio. Nonostante l'ostinata resistenza dei soldati della Decima Armata tedesca, il 18 aprile la 78a Divisione britannica si impadronì del divario di Argenta, minacciando così di voltare l'intero fianco dell'Asse.

    Un'immagine di veicoli in uso agli americani, probabilmente sottratti alle truppe italiane e tedesche.

    Fonte dati: history.army.mil 


domenica 4 aprile 2021

Pasqua della Croce e della Resurrezione

 


                           Foto: 82a, Charles Badeaux, Theodor Sohosky, John Bogdan, 29 dic 1944


«Cristo non è un signore di grande ricchezza, ma un uomo povero che non ha dove posare il capo, non un patriarca con numerosa discendenza, ma un celibe senza casa e senza nido».... «la Croce cristiana non è una suppellettile della casa o un ornamento da indossare, ma un richiamo all’amore con cui Gesù si è sacrificato per salvare l’umanità dal male e dal peccato».....«una rivelazione di Dio capovolta, non potente ma servo» ... «chi muore con Cristo, con Cristo risorgerà, chi lotta insieme a Lui, con Lui trionferà».


Papa Francesco, Quaresima 2017



Croci... dal  viaggio in Alsazia nei luoghi della Prima e Seconda Guerra Mondiale.

Soldati Francesi, Tedeschi, Americani, Algerini, Tunisini. 

Cristiani, Mussulmani, Ebrei,  spesso uniti nello stesso spazio, nemici di un tempo, religioni diverse ma una sola terra, un solo cielo.

Migliaia di Croci, nei sacrari e nei luoghi dei ritrovamenti dei soldati caduti; curate, custodite, rispettate.

Un viaggio nella debolezza dell'uomo, che combatte se stesso, uccide se stesso e ritrova se stesso sotto il simbolo della Croce.


Buona Pasqua della Croce e della Resurrezione.



Ass. Terza Divisione di Fanteria US Army sez. 16 Italia










giovedì 25 marzo 2021

Medal of Honor Day

Oggi negli Stati Uniti d'America si celebra il Medal Of Honor Day.

Come sezione Italiana dell'Associazione della Terza Divisione di Fanteria US Army 

rendiamo gli onori a tutti i destinatari della Medal Of Honor

e ricordiamo in particolare i nostri destinatari della

Medal Of Honor

 


Sicilia 1943

    Nome            Grado                                 Luogo             Provenienza                   Reparto



Campania


Lazio


La Medal Of Honor è la più alta decorazione militare assegnata dal Governo degli Stati Uniti per:

"Atto di coraggio e ardimento a rischio della propria vita sopra e al di là del richiamo del dovere mentre impegnato in uno scontro con un nemico degli Stati Uniti"

Per rispetto di chi se lo è guadagnato, il suo aspetto è rimasto sostanzialmente inalterato in oltre 150 anni. 

Al momento, ci sono tre varianti della medaglia d'onore. Intrisa di simbolismo, la medaglia è diventata un simbolo storico dei più coraggiosi della nostra nazione. 

US Army



Un nastro azzurro, un colore del valore, è ricamato con 13 stelle per le 13 colonie originarie.

L'aquila appollaiata in cima alla medaglia è un simbolo tradizionale degli Stati Uniti.

Sotto l'aquila la scritta VALOR

La corona di foglie di alloro, simbolo di vittoria, fu aggiunta nel 1904.

Le parole "Stati Uniti d'America" ​​circondano l'incisione centrale.

I grappoli di quercia verde scuro situati in ciascuno dei cinque punti della stella rappresentano la forza.

Un semplice profilo di Minerva, la dea elmata della saggezza e della guerra, si trova al centro della medaglia.


Gli standard per assegnare la Medal of Honor si sono evoluti nel tempo, ma la Medal è sempre stata sinonimo di azioni che vanno ben oltre. I criteri attuali sono stati stabiliti nel 1963 durante la guerra del Vietnam. La medaglia è autorizzata per qualsiasi membro del servizio militare che "si distingua vistosamente per galanteria e intrepidità a rischio della sua vita al di là del richiamo del dovere"

Mentre era impegnato in un'azione contro un nemico degli Stati Uniti;

Mentre è impegnato in operazioni militari che comportano conflitti con una forza straniera opposta;

Mentre prestava servizio con forze straniere amiche impegnate in un conflitto armato contro una forza armata opposta in cui gli Stati Uniti non sono una parte belligerante ".

Tutte le raccomandazioni richiedono rapporti approfonditi sull'atto stesso, sul campo di battaglia e sulla sua ambientazione; almeno due dichiarazioni giurate di testimoni oculari; e qualsiasi altra prova convincente che può essere raccolta. I pacchetti di raccomandazioni devono essere approvati lungo tutta la struttura del comando militare, terminando con il presidente degli Stati Uniti come comandante in capo. Secondo la legge federale, le raccomandazioni per la medaglia devono essere presentate entro 3 anni dall'atto valoroso e la medaglia deve essere presentata entro 5 anni. Qualsiasi presentazione al di fuori di questa tempistica richiede un atto del Congresso per rinunciare ai limiti di tempo.

tutte le informazioni sono pubblicate sul sito americano: cmohs.org






lunedì 22 marzo 2021

22 marzo, l'attacco alleato alla fortezza di Hitler.

Il 22 marzo si celebra, nel calendario US ARMY l'inizo dell'attacco alleato alla fortezza di Hitler. Il cuore dell'Europa.

Europa centrale

22 marzo-11 maggio 1945

All'inizio della primavera del 1945 gli eventi favorirono le forze alleate in Europa. Gli angloamericani a gennaio avevano respinto il contrattacco di dicembre dei tedeschi nelle Ardenne, nella famosa battaglia delle Ardenne. Il fallimento di quest'ultima grande offensiva tedesca esaurì gran parte della forza di combattimento rimanente del Terzo Reich, lasciandolo impreparato a resistere alle ultime campagne alleate in Europa. Ulteriori perdite nella Renania indebolirono ulteriormente l' esercito tedesco, lasciando frammenti di unità a difesa della sponda orientale del Reno. A metà marzo gli alleati occidentali si erano spinti verso il Reno lungo la maggior parte del fronte, avevano conquistato un ponte intatto a Remagen e avevano persino stabilito una piccola testa di ponte sulla riva orientale del fiume.

A est i sovietici avevano invaso la maggior parte della Polonia, si erano spinti in Ungheria e nella Cecoslovacchia orientale e si erano temporaneamente fermati al confine tedesco sulla linea Oder-Neisse. Questi rapidi progressi sul fronte orientale distrussero ulteriori unità combattenti tedesche veterane e limitarono gravemente la capacità di Hitler di rafforzare le sue difese sul Reno. Così, mentre gli alleati occidentali completavano i loro preparativi per il viaggio finale nel cuore della Germania, la vittoria sembrava in vista.

Impostazione strategica

Il comandante supremo della forza di spedizione alleata, il generale Dwight D. Eisenhower, aveva 90 divisioni a piena forza sotto il suo comando, di cui 25 corazzate e 5 aviotrasportate, controllando così una delle forze più grandi e potenti mai impegnate sul campo di battaglia. Il fronte alleato lungo il Reno si estendeva per 450 miglia aeree dalla foce del fiume nel Mare del Nord nei Paesi Bassi al confine svizzero a sud.

Le forze lungo questa linea erano organizzate in tre gruppi dell'esercito. 

Nel nord, dal Mare del Nord fino a un punto a circa 10 miglia a nord di Colonia, c'era il British 21 Army Group comandato dal feldmaresciallo Sir Bernard L. Montgomery, vincitore di El Alamein e uno dei principali pianificatori dell'invasione della Normandia. 

Sotto Montgomery, la prima armata canadese deteneva il fianco sinistro della linea alleata, con la seconda armata britannica al centro e la nona armata statunitense a sud. 

Mantenendo la metà della linea alleata dal fianco destro della Nona Armata fino a un punto a circa 15 miglia a sud di Magonza era il 12° Gruppo dell'esercito sotto il comando del tenente generale Omar N. Bradley. Bradley aveva due eserciti americani, la Prima Armata a sinistra (nord) e la Terza Armata a destra (sud). A completare la linea alleata fino al confine svizzero c'era il 6°gruppo dell'esercito comandato dal tenente generale Jacob L. Devers, con la settima armata statunitense a nord e la prima armata francese sul fianco destro o meridionale degli alleati.

Mentre questi tre gruppi dell'esercito sgomberavano la Wehrmacht a ovest del Reno, Eisenhower iniziò a ripensare ai suoi piani per il viaggio finale attraverso il Reno e nel cuore della Germania. In origine il Comandante Supremo aveva pianificato di attirare tutte le sue forze fino alla riva occidentale del Reno, utilizzando il fiume come barriera naturale per aiutare a coprire le sezioni inattive della sua linea. La spinta principale al di là del fiume doveva essere effettuata a nord dal gruppo di armate 21 di Montgomery, i cui elementi dovevano procedere a est fino a un punto con la Prima Armata mentre effettuava un'avanzata secondaria a nord-est da sotto il fiume Ruhr. In caso di successo, questo movimento a tenaglia avvolgerebbe l'area industriale della Ruhr, neutralizzando la più grande concentrazione di capacità industriale tedesca rimasta alla Germania nazista.

Dopo aver conquistato la Ruhr, Eisenhower pianificò di far continuare il suo viaggio al 21° Army Group verso est attraverso le pianure della Germania settentrionale fino a Berlino. 

Il 12° e il 6° gruppo dell'esercito dovevano organizzare un'offensiva sussidiaria per mantenere i tedeschi fuori equilibrio e diminuire la loro capacità di fermare la spinta del nord. Questa spinta secondaria avrebbe dato anche a Eisenhower un certo grado di flessibilità nel caso in cui l'attacco a nord incontrasse difficoltà.

Per diversi motivi Eisenhower iniziò a riadattare questi piani verso la fine di marzo. In primo luogo, il suo quartier generale ricevette rapporti secondo cui le forze sovietiche tenevano una testa di ponte sul fiume Oder, a sole 30 miglia da Berlino. Poiché gli eserciti alleati sul Reno erano a più di 300 miglia da Berlino, con il fiume Elba ancora da attraversare 200 miglia più avanti, sembrava chiaro che i sovietici avrebbero catturato Berlino molto prima che gli alleati occidentali potessero raggiungerla. Eisenhower rivolse quindi la sua attenzione ad altri obiettivi, in particolare un rapido incrocio con i sovietici per tagliare in due l'esercito tedesco e prevenire ogni possibilità di uno sforzo di difesa nazista unificato. Una volta ottenuto ciò, le forze tedesche rimanenti potevano essere sconfitte in dettaglio.

Inoltre, c'era la questione della Ruhr. Sebbene l'area della Ruhr contenga ancora un numero significativo di truppe nemiche e un'industria sufficiente per mantenere la sua importanza come obiettivo principale, l'intelligence alleata riferì che gran parte dell'industria degli armamenti della regione si stava spostando a sud-est, più in profondità nella Germania. Ciò ha aumentato l'importanza delle offensive meridionali attraverso il Reno.

Anche concentrare l'attenzione di Eisenhower sulla spinta a sud era fonte di preoccupazione. Secondo le indiscrezioni, le truppe più fanaticamente leali di Hitler si stavano preparando a resistere a lungo e nell’ultimo posto, le fortezze naturali formate dalle aspre montagne alpine della Germania meridionale e dell'Austria occidentale. Se avessero resistito per un anno o più, il dissenso tra l'Unione Sovietica e gli alleati occidentali poteva dare loro una leva politica per una sorta di accordo di pace favorevole. In realtà, al tempo delle traversate alleate del Reno la Wehrmacht aveva subito sconfitte così gravi sia sul fronte orientale che su quello occidentale che riusciva a malapena a organizzare efficaci azioni di ritardo, tanto meno a radunare truppe sufficienti per stabilire una forza di resistenza alpina ben organizzata. Tuttavia, l'intelligence alleata non poteva scartare del tutto la possibilità che i resti dell'esercito tedesco tentassero un'ultima resistenza suicida nelle Alpi. Negare alle forze di Hitler questa opportunità divenne un altro argomento per ripensare il ruolo della spinta meridionale attraverso la Germania.

Forse la ragione più convincente, tuttavia, per aumentare l'enfasi su questa spinta a sud aveva più a che fare con le azioni degli americani che con quelle dei tedeschi. Mentre Montgomery stava pianificando attentamente e con cautela la spinta principale a nord, completa di una massiccia preparazione di artiglieria e un assalto aereo, le forze americane nel sud mostravano il tipo di aggressività di base che Eisenhower voleva vedere. Il 7 marzo elementi della prima armata del tenente generale Courtney H. Hodges avevano catturato un ponte sul Reno a Remagen e stavano espandendo costantemente la testa di ponte.

A sud nella regione della Saar-Palatinato, la terza armata del tenente generale George S. Patton aveva inferto un colpo devastante alla settima armata tedesca e, in collaborazione con la settima armata statunitense, aveva quasi distrutto la prima armata tedesca. In cinque giorni di battaglia, dal 18 al 22 marzo, le forze di Patton catturarono oltre 68.000 tedeschi. Queste azioni coraggiose eliminarono le ultime posizioni tedesche a ovest del Reno. Sebbene la spinta di Montgomery fosse ancora pianificata come lo sforzo principale, Eisenhower credeva che lo slancio delle forze americane a sud non dovesse essere sprecato facendole semplicemente mantenere la linea sul Reno o fare solo attacchi diversivi limitati oltre di esso. Alla fine di marzo il Comandante Supremo si è quindi spinto verso la decisione di attribuire maggiori responsabilità alle sue forze meridionali. Gli eventi dei primi giorni della campagna finale sarebbero bastati a convincerlo che questa era la linea di condotta corretta.

Operazioni

Il 19 marzo Eisenhower disse a Bradley di preparare la Prima Armata per una fuga dalla testa di ponte di Remagen in qualsiasi momento dopo il 22 marzo. Lo stesso giorno, in risposta alla forte esibizione della Terza Armata nella regione della Saar-Palatinato, e al fine di avere un'altra forza forte sulla riva orientale del Reno a guardia del fianco della Prima Armata, Bradley diede a Patton il via libera per un incrocio d'assalto di il Reno il prima possibile.

Questi erano esattamente gli ordini in cui Patton aveva sperato. L'aggressivo generale americano pensava che se una forza sufficientemente forte poteva essere lanciata attraverso il fiume e si potevano ottenere guadagni significativi, in questo modo Eisenhower avrebbe potuto trasferire la responsabilità della guida principale attraverso la Germania dal 21 ° gruppo dell'esercito di Montgomery al 12 ° di Bradley. Patton ha anche apprezzato l'opportunità che ora aveva di battere Montgomery attraverso il fiume e vincere per la Terza Armata l'ambito titolo di aver effettuato la prima traversata d'assalto del Reno nella storia moderna. Per ottenere ciò, ha dovuto muoversi rapidamente.

Il 21 marzo Patton ordinò al suo XII Corpo di prepararsi per un assalto sul Reno la notte seguente, un giorno prima della prevista traversata di Montgomery. Anche se questo è stato certamente un breve preavviso, non ha colto il XII Corpo completamente all'oscuro. Non appena, il 19, Patton aveva ricevuto l'ordine di effettuare una traversata, aveva iniziato a inviare navi d'assalto, equipaggiamenti per ponti e altri rifornimenti dai depositi in Lorena dove erano stati accumulati dall'autunno in attesa di una simile opportunità. Vedendo questo equipaggiamento salire, i suoi soldati in prima linea non avevano bisogno di ordini dal quartier generale superiore per dire loro cosa significava.

La posizione dell'assalto al passaggio del fiume era fondamentale. Patton sapeva che il posto più ovvio per saltare il fiume era a Mainz o appena a valle, a nord della città. La scelta era ovvia perché il fiume Meno, che scorre verso nord a 30 miglia a est e parallelo al Reno, gira a ovest e sfocia nel Reno a Magonza e un'avanzata a sud della città avrebbe comportato l'attraversamento di due fiumi anziché uno. Tuttavia, Patton si rese conto anche che i tedeschi erano consapevoli di questa difficoltà e si aspettavano il suo attacco a nord di Mainz. Così, ha deciso di fare una finta a Magonza mentre faceva il suo vero sforzo a Nierstein e Oppenheim, da 9 a 10 miglia a sud della città. A seguito di questo assalto primario, che il XII Corpo avrebbe intrapreso, l'VIII Corpo avrebbe eseguito incroci di supporto a Boppard e St. Goar, da 25 a 30 miglia a nord-ovest di Magonza.

Il terreno nelle vicinanze di Nierstein e Oppenheim era favorevole al supporto dell'artiglieria, con un'altura sulla riva occidentale che si affacciava su un terreno relativamente pianeggiante a est. Tuttavia, la stessa sponda orientale piatta significava che la testa di ponte avrebbe dovuto essere rapidamente e potentemente rinforzata ed espansa oltre il fiume poiché non c'erano alture su cui impostare una difesa della testa di ponte. L'importanza di ottenere rapidamente una testa di ponte profonda è stata accresciuta dal fatto che il primo accesso a una rete stradale decente era di oltre 6 miglia nell'entroterra presso la città di Grossgerau.

Il 22 marzo, con una luna splendente che illuminava il cielo notturno, gli elementi della 5a divisione di fanteria del XII Corpo d'armata iniziarono la traversata del Reno della Terza Armata. A Nierstein le truppe d'assalto non incontrarono resistenza. Quando le prime barche raggiunsero la riva orientale, sette allarmati tedeschi si arresero e poi remarono senza scorta verso la riva occidentale per essere messi in custodia. A monte di Oppenheim, tuttavia, lo sforzo non è proceduto in modo così casuale. La prima ondata di barche era a metà del percorso quando i tedeschi iniziarono a riversare in mezzo a loro colpi di mitragliatrice. 

Un intenso scambio di fuoco durò circa trenta minuti mentre le barche d'assalto continuavano a spingere attraverso il fiume e quegli uomini che l'avevano già superato attaccarono di corsa contro i punti di forza difensivi sparsi. Alla fine i tedeschi si arresero e entro mezzanotte le unità si spostarono lateralmente per consolidare i punti di attraversamento e per attaccare i primi villaggi oltre il fiume. La resistenza tedesca ovunque era sporadica, e i contrattacchi montati in fretta invariabilmente si esaurivano rapidamente, causando poche vittime. Ai tedeschi mancavano sia la manodopera che le attrezzature pesanti per fare una difesa più determinata.

A metà pomeriggio del 23 marzo tutti e tre i reggimenti della 5a divisione di fanteria erano nella testa di ponte e un reggimento annesso della 90a divisione di fanteria stava attraversando. Carri armati e cacciacarri erano stati traghettati per tutta la mattina, e la sera un ponte pedonale era aperto al traffico. A mezzanotte, le unità di fanteria avevano spinto il confine della testa di ponte più di sei miglia nell'entroterra, assicurando il successo incondizionato della prima traversata d'assalto moderna del Reno.

Seguirono rapidamente altri due incroci della Terza Armata, entrambi dell'VIII Corpo. Nelle prime ore del mattino del 25 marzo, elementi dell'87a divisione di fanteria attraversarono il Reno a nord a Boppard, e poi circa ventiquattro ore dopo elementi dell'89a divisione di fanteria attraversarono 8 miglia a sud di Boppard a St. Goar. Sebbene la difesa di questi siti fosse un po 'più determinata di quella affrontata dal XII Corpo, le difficoltà dei valichi di Boppard e St. Goar furono aggravate più dal terreno che dalla resistenza tedesca. I siti di attraversamento dell'VIII Corpo si trovavano lungo la gola del Reno, dove il fiume aveva scavato una profonda voragine tra due catene montuose, creando pareti di canyon scoscese alte oltre 300 piedi su entrambi i lati. Inoltre, il fiume scorreva rapidamente e con correnti imprevedibili lungo questa parte del suo corso. Ancora, nonostante il terreno e la mitragliatrice nemica e 20 mm. Con il fuoco dei cannoni antiaerei, le truppe dell'VIII Corpo riuscirono a prendere il controllo delle alture della sponda orientale, e al buio del 26, con la resistenza tedesca che si sgretolava lungo tutto il Reno, si stavano preparando a continuare il viaggio la mattina successiva.

In aggiunta ai guai del nemico, il 26 marzo il 6 ° gruppo dell'esercito ha lanciato un assalto attraverso il Reno. A Worms, a circa 25 miglia a sud di Magonza, il XV Corpo della Settima Armata stabilì una testa di ponte che consolidò con la spalla meridionale della testa di ponte della Terza Armata all'inizio del giorno successivo. Dopo aver superato la dura resistenza iniziale, il XV corpo d'armata avanzò anche oltre il Reno, contrastato principalmente da piccoli punti di forza tedeschi situati nei villaggi lungo le strade.

La notte del 23 marzo, dopo il trionfante assalto al Reno da parte del XII Corpo d'Armata, Bradley ebbe un grande piacere nell'annunciare al mondo il suo successo. Il comandante del 12 ° gruppo dell'esercito si vantava che le truppe americane potevano attraversare il Reno ovunque, senza bombardamenti aerei o truppe aviotrasportate, un colpo diretto a Montgomery le cui truppe si stavano in quel momento preparando a lanciare il proprio assalto al Reno a seguito di un'intensa ed elaborata preparazione aerea e di artiglieria e con l'assistenza di due divisioni aviotrasportate.

Il feldmaresciallo Montgomery stava, ovviamente, esibendo il suo ormai leggendario approccio meticoloso e circospetto a tali imprese, una lezione che aveva imparato all'inizio dei suoi duelli nordafricani con Rommel e che non poteva dimenticare facilmente. Così, poiché le sue forze si erano avvicinate alla riva orientale del fiume, Montgomery procedette con uno dei più intensi accumuli di materiale e manodopera della guerra. I suoi piani dettagliati, nome in codice Operazione PLUNDER, erano paragonabili all'invasione della Normandia in termini di numero di uomini e tonnellate di attrezzature, rifornimenti e munizioni da utilizzare. Il 21° Army Group aveva 30 divisioni a piena forza, 11 ciascuna nella Seconda Britannica, fornendo a Montgomery più di 1.250.000 uomini.

L’operazione PLUNDER ha chiesto alla Seconda Armata di attraversare in tre punti lungo il fronte del 21 ° Gruppo d'armate: Rees, Xanten e Rheinberg. Le traversate sarebbero state precedute da diverse settimane di bombardamenti aerei e da una massiccia preparazione finale di artiglieria. La pesante campagna di bombardamenti, nota come Interdizione della Germania nordoccidentale, fu progettata principalmente per distruggere le linee di comunicazione e rifornimento che collegavano la Ruhr al resto della Germania. Gli obiettivi principali erano cantieri ferroviari, ponti e centri di comunicazione, con un focus secondario sugli impianti di trattamento e stoccaggio del carburante e altri importanti siti industriali. Durante i tre giorni che precedettero l'attacco di Montgomery, gli obiettivi di fronte alla zona del 21 ° gruppo dell'esercito e nell'area della Ruhr a sud-est furono presi a pugni da circa 11.000 sortite, isolando efficacemente la Ruhr e alleggerendo il carico su Montgomery che aveva originariamente pianificato di attaccare un corpo della Nona Armata degli Stati Uniti alla Seconda Armata britannica, che avrebbe utilizzato solo due delle divisioni del corpo per l'assalto iniziale. Il resto della Nona Armata sarebbe rimasto in riserva fino a quando la testa di ponte non fosse stata pronta per lo sfruttamento. Il comandante della nona armata, il tenente generale William H. Simpson, e il tenente generale della seconda armata Sir Miles C. Dempsey hanno fatto eccezione a questo approccio. Entrambi credevano che il piano sperperasse la grande forza di uomini e attrezzature che la Nona Armata aveva assemblato e ignorarono i numerosi problemi logistici di collocare i punti di attraversamento della Nona Armata nella zona della Seconda Armata.

Il feldmaresciallo Montgomery ha risposto a queste preoccupazioni apportando alcuni piccoli ma utili aggiustamenti al piano. Anche se ha rifiutato di aumentare le dimensioni della forza di attraversamento americana oltre le due divisioni, ha accettato di mantenerla sotto il controllo della Nona Armata piuttosto che della Seconda Armata. Al fine di aumentare la capacità di Simpson di portare la forza del suo esercito per lo sfruttamento, Montgomery ha anche accettato di trasformare i ponti di Wesel, appena a nord del confine tra le armate, verso la Nona Armata una volta che la testa di ponte fosse stata assicurata.

Nel settore più meridionale dell'attacco del 21 ° Gruppo d'armate, le divisioni d'assalto della Nona Armata dovevano attraversare il Reno lungo una sezione di 11 miglia del fronte, a sud di Wesel e del fiume Lippe. Questa forza bloccherebbe qualsiasi contrattacco tedesco dalla Ruhr. A causa della scarsa rete stradale sulla sponda orientale di questa parte del Reno, un secondo corpo d'armata della Nona Armata doveva attraversare i ponti promessi di Wesel attraverso la zona britannica a nord del fiume Lippe, che aveva un'abbondanza di buone strade. Dopo aver guidato verso est per quasi 100 miglia, questo corpo doveva incontrare elementi della Prima Armata vicino a Paderborn, completando l'accerchiamento della Ruhr.

Un altro aspetto importante del piano di Montgomery era l'operazione VARSITY, in cui due divisioni del XVIII Airborne Corps dovevano effettuare un assalto aereo sul Reno. In una deviazione dalla dottrina aerea standard, che richiedeva un salto in profondità dietro le linee nemiche diverse ore prima di un assalto anfibio, le zone di rilascio della VARSITY erano vicine al fronte tedesco, entro il raggio di artiglieria alleata. Inoltre, per evitare di essere catturati nella preparazione dell'artiglieria, i paracadutisti saltavano solo dopo che le truppe anfibie avevano raggiunto la riva orientale del Reno. La saggezza di mettere paracadutisti armati alla leggera così vicino al campo di battaglia principale è stata discussa, e il piano per le forze anfibie di attraversare il Reno prima del lancio del paracadute ha sollevato dubbi sull'utilità di effettuare un assalto aereo. Tuttavia, Montgomery credeva che i paracadutisti si sarebbero rapidamente collegati alle forze di assalto fluviali in avanzamento, posizionando la forza più forte all'interno della testa di ponte il più rapidamente possibile. Una volta assicurata la testa di ponte, la 6a divisione aviotrasportata britannica sarebbe stata trasferita al controllo della seconda armata, mentre la 17a divisione aviotrasportata statunitense sarebbe tornata al controllo della nona armata.

L'offensiva di Montgomery iniziò la sera del 23 marzo con gli elementi d'assalto della Seconda Armata britannica ammassati contro tre principali punti di attraversamento: Rees a nord, Xanten al centro e Wesel a sud. Le due divisioni della Nona Armata incaricate dell'assalto si concentrarono nell'area di Rheinberg a sud di Wesel. Nel sito di attraversamento settentrionale, elementi del 30 corpo d'armata della Seconda Armata iniziarono l'assalto intorno al 2100, tentando di distrarre i tedeschi dai valichi principali a Xanten al centro e Rheinberg a sud. Le onde d'assalto iniziali hanno attraversato velocemente il fiume, incontrando solo una leggera opposizione. Nel frattempo, a 2 miglia a nord di Wesel, una brigata di commando della Seconda Armata è scivolata attraverso il fiume e ha aspettato a meno di un miglio dalla città mentre veniva demolita da mille tonnellate di bombe consegnate dal Royal Air Force Bomber Command. I commando hanno assicurato la città nella tarda mattinata del 24 marzo, anche se la resistenza sparsa è continuata fino all'alba del 25. Il 12 ° Corpo della Seconda Armata e il XVI Corpo della Nona Armata hanno iniziato lo sforzo principale intorno alle 02:00 del 24 marzo, a seguito di un massiccio bombardamento aereo e di artiglieria.

Per la traversata americana il comandante della Nona Armata, il Generale Simpson, aveva scelto la 30a e la 79a Divisione di Fanteria veterana del XVI Corpo. Il 30 ° è stato quello di attraversare tra Wesel e Rheinberg mentre il 79 ° ha attaccato a sud di Rheinberg. In riserva c'erano l'8a divisione corazzata del XVI corpo e la 35a e la 75a divisione di fanteria, così come il XIII e il XIX Corpo della Nona Armata, ciascuno con tre divisioni. 

Simpson pianificò di impegnare il XIX Corpo il prima possibile dopo che la testa di ponte era stata assicurata, utilizzando il XIII Corpo per tenere il Reno a sud dei siti di attraversamento. Dopo un'ora di preparazione di artiglieria estremamente intensa, che lo stesso generale Eisenhower osservò dal fronte, la 30a divisione di fanteria iniziò il suo assalto. Il fuoco di artiglieria era stato così efficace e così perfettamente sincronizzato che i battaglioni d'assalto si limitarono a guidare le loro navi da tempesta attraverso il fiume e rivendicarono la sponda orientale contro quasi nessuna resistenza. Mentre le successive ondate di truppe si incrociavano, le unità si aprirono a ventaglio per portare i primi villaggi oltre il fiume solo ai più deboli oppositori. Un'ora dopo, alle 03:00, la 79a divisione di fanteria iniziò la sua traversata a monte, ottenendo più o meno gli stessi risultati. Mentre attrezzature più pesanti venivano traghettate attraverso il Reno, entrambe le divisioni iniziarono a spingere verso est, penetrando da 3 a 6 miglia nella linea difensiva tedesca quel giorno.

A nord, anche i valichi britannici erano andati bene, con le truppe di terra e aeree che si collegavano al calar della notte. A quel punto i paracadutisti avevano preso tutti gli obiettivi del loro primo giorno oltre a 3.500 prigionieri.

A sud, la scoperta di un varco difensivo di fronte alla 30a divisione di fanteria ha alimentato la speranza che il 25 marzo sarebbe stato possibile uno sfondamento su vasta scala. Quando attacchi oggettivi limitati provocarono poca risposta la mattina del 25, il comandante della divisione, il maggiore generale Leland S. Hobbs, formò due task force mobili per fare spinte più profonde con un occhio rivolto a pugni attraverso la difesa e penetrare in profondità Retro tedesco. Sfortunatamente, Hobbs non aveva tenuto pienamente conto della rete stradale quasi inesistente di fronte alla testa di ponte del XVI Corpo. Di fronte al tentativo di avanzare rapidamente attraverso una fitta foresta su strade sterrate solcate e sentieri fangosi, che potevano essere difesi con forza da pochi soldati determinati e posti di blocco ben posizionati, le task force avanzarono solo di circa 2 miglia il 25.

Oltre alle strade dissestate, i tentativi di sfondamento della 30a Divisione furono ostacolati anche dalla 116a Divisione Panzer tedesca. L'unica potente unità rimasta per l'impegno contro i valichi alleati del Reno a nord, la 116a iniziò a spostarsi a sud dal confine olandese-tedesco il 25 marzo contro quella che i tedeschi consideravano la loro minaccia più pericolosa, la nona armata statunitense. L'unità corazzata nemica ha iniziato a far sentire la sua presenza quasi immediatamente. 

La pioggia aveva cospirato per limitare drasticamente l'avanzamento in avanti della 30a divisione. Con la 79a divisione di fanteria che incontrava una feroce resistenza a sud, l'unica risorsa del generale Simpson era di impegnare alcune delle sue forze in attesa sulla riva occidentale del Reno. Alla fine del 26 marzo l'8a divisione corazzata iniziò a muoversi nella testa di ponte.

Sebbene la divisione corazzata rafforzasse la sua capacità offensiva all'interno della testa di ponte, Simpson era più interessato a inviare il XIX Corpo attraverso i ponti di Wesel, come aveva concordato Montgomery, e utilizzare le migliori strade a nord del Lippe per aggirare il nemico di fronte alla 30a divisione . Sfortunatamente, a causa della pressione dei tedeschi nella parte settentrionale della testa di ponte della Seconda Armata, gli inglesi avevano problemi a completare i loro ponti a Xanten e quindi stavano portando la maggior parte del loro traffico attraverso il fiume a Wesel. Con Montgomery che consente l'uso dei ponti Wesel alla Nona Armata solo per cinque ore su ventiquattro e con la rete stradale a nord del Lippe sotto il controllo della Seconda Armata, il generale Simpson non è stato in grado di impegnare o manovrare forze sufficienti per fare un spinta di fiancheggiamento rapida.

Entro il 28 marzo l'8a divisione corazzata aveva ampliato la testa di ponte di sole 3 miglia circa e non aveva ancora raggiunto Dorsten, una città a circa 15 miglia a est del Reno, il cui nodo stradale prometteva di espandere le opzioni offensive del XVI Corpo. Lo stesso giorno, tuttavia, Montgomery annunciò che le strade dirette a est da Wesel sarebbero state consegnate alla Nona Armata il 30 marzo, con i ponti sul Reno che conducono a quella città che cambieranno di mano il giorno dopo. Sempre il 28 marzo, elementi della 17a divisione aviotrasportata degli Stati Uniti, che operavano a nord del fiume Lippe in collaborazione con le forze corazzate britanniche, si precipitarono in un punto a circa 30 miglia a est di Wesel, aprendo un corridoio per il XIX Corpo e aggirando facilmente Dorsten e il nemico a sud.

Simpson iniziò spostando elementi della 2d Divisione Corazzata del XIX Corpo nella testa di ponte del XVI Corpo il 28 marzo con l'ordine di attraversare il Lippe a est di Wesel, evitando così gli ingorghi di quella città. Dopo aver passato a nord del Lippe il 29 marzo, la 2a Divisione Corazzata è scoppiata a tarda notte dalla posizione avanzata che il XVIII Corpo Aviotrasportato aveva guadagnato intorno ad Haltern, 12 miglia a nord-est di Dorsten. Per tutto il 30 e il 31 l'armatura ha fatto un viaggio ininterrotto di 40 miglia a est fino a Beckum, tagliando due delle tre linee ferroviarie rimanenti della Ruhr e interrompendo l'autostrada per Berlino. Mentre il resto del XIX Corpo fluiva sulla scia di questa spettacolare guida, la Prima Armata stava completando la sua altrettanto notevole spinta attorno ai bordi meridionali e orientali della Ruhr, che in poche ore sarebbe stata completamente circondata.

Il viaggio della Prima Armata dalla testa di ponte di Remagen iniziò con un breakout prima dell'alba del 25 marzo. Il feldmaresciallo tedesco Walter Model, il cui gruppo d'armate Bera stato incaricato della difesa della Ruhr, aveva dispiegato pesantemente i suoi cerchi lungo il fiume Sieg est-ovest a sud di Colonia, pensando che gli americani avrebbero attaccato direttamente a nord dalla testa di ponte di Remagen. Invece la prima armata colpì verso est, dirigendosi verso Giessen e il fiume Lahn, 65 miglia oltre Remagen, prima di girare a nord verso Paderborn e un collegamento con la nona armata. Tutti e tre i corpi della Prima Armata hanno partecipato al breakout, che il primo giorno ha impiegato cinque divisioni di fanteria e due corazzate. Il VII Corpo d'armata, a sinistra, ha avuto il cammino più duro a causa della concentrazione tedesca a nord della testa di ponte, ma le sue colonne corazzate sono riuscite ad avanzare di 12 miglia oltre la loro linea di partenza. Il III Corpo al centro non ha impegnato la sua armatura il primo giorno del breakout, ma ha comunque guadagnato 4 miglia.

A partire dal giorno successivo, il 26 marzo, le divisioni corazzate di tutti e tre i corpi hanno trasformato questi guadagni iniziali in un completo sfondamento, frantumando tutta l'opposizione e vagando a volontà nelle aree posteriori del nemico. Alla fine del 28 marzo la prima armata del generale Hodges aveva attraversato il Lahn, dopo aver guidato almeno 50 miglia oltre la linea di partenza originale e catturato migliaia di soldati tedeschi sbalorditi nel processo. Da nessuna parte, a quanto pareva, i tedeschi erano pronti a resistere con la forza. Il 29 la Prima Armata svoltò verso Paderborn, a circa 80 miglia a nord di Giessen, il suo fianco destro coperto dalla Terza Armata, che si era staccata dalle proprie teste di ponte ed era diretta a nord-est verso Kassel.

Una task force della Divisione corazzata 3d del VII Corpo, che comprendeva alcuni dei nuovi carri armati pesanti M26 Pershing, ha guidato il viaggio verso Paderborn il 29. Associando un reggimento di fanteria della 104a divisione di fanteria alla divisione corazzata e seguendo la guida da vicino con il resto della 104a divisione, il VII Corpo era ben preparato a tenere qualsiasi territorio guadagnato. Rotolando verso nord per 45 miglia senza una sola vittima, la forza mobile si fermò per la notte a sole 15 miglia dal suo obiettivo. Riprendendo l'avanzata il giorno successivo, incontrò immediatamente una dura opposizione da parte degli studenti di un centro di addestramento per la sostituzione dei panzer delle SS situato vicino a Paderborn. Dotati di una sessantina di carri armati, gli studenti hanno opposto una fanatica resistenza, bloccando l'armatura americana tutto il giorno. Quando la task force non è riuscita il 31, il Magg. Gen. J. Lawton Collins, comandante del VII Corpo, chiese al generale Simpson se la sua Nona Armata, guidando verso est a nord della Ruhr, potesse fornire assistenza. Simpson, a sua volta, ordinò a un comando di combattimento della 2d Divisione Corazzata, che aveva appena raggiunto Beckum, di effettuare un'avanzata di 15 miglia a sud-est verso Lippstadt, a metà strada tra Beckum e la punta di diamante della Divisione corazzata 3d in stallo. Nel primo pomeriggio del 1 ° aprile elementi delle divisioni corazzate 2d e 3d si sono incontrate a Lippstadt, collegando la Nona e la Prima Armata e sigillando il pregiato complesso industriale della Ruhr, insieme al Gruppo dell'esercito di Model B. all'interno delle linee americane.

 

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