mercoledì 20 settembre 2023

80° anniversario dell'Inizio delle Operazioni nel centro Italia della Terza Divisione di Fanteria US Army

Il 18 settembre del 1943 alle 9.00 i portelloni dei mezzi da sbarco americani, chiamati LST, si aprirono sulla costa a sud del fiume Sele ed i primi soldati della Terza Divisione di Fanteria US Army sbarcarono sul continente Europeo, dopo la Sicilia. 

Il dispiegamento fu rapido e la mattina del 19 un plotone da ricognizione transitava per Olevano e si apprestava a raggiungere Montecorvino Rovella, dove avvenne il primo breve scontro della Terza Divisione di Fanteria. 

Al comando c’era l’ufficiale Richard Savaresy, del 30th reggimento, nato il 23 ottobre del 1918 nello stato del Wyoming. Aveva già una stella di bronzo, meritata il 2 agosto a Caronia, nei pressi di Messina, la seconda lo aspettava in Francia a Besancon. 

Concluse tutta la Seconda Guerra Mondiale e tornò a casa.  Morì a 34 anni, il 12 marzo del 1946. 

Sbarcarono su questa spiaggia tre reggimenti della Terza Divisione di Fanteria americana, che ho l’onore di rappresentare ufficialmente nella mia nazione, l’Italia, erano Il 7° il 15° ed il 30°. 

Il motto del 7th era “volens et potens, volenteroso e capace” quello del 30th era “ our country, not ourselves,  per il nostro paese, non per noi stessi” e quello del 15th era “ Can Do, si può fare”. 

Nella costa di Salerno la mattina del 9 settembre apparvero 642 navi da cui scesero, nella prima fase, circa 55000 soldati alleati, ma già dal 14 si potevano contare 170.000 uomini lungo la testa di ponte. 

Migliaia di storie, di vite e di affetti, arrivate da lontano con un solo preciso messaggio, liberare l’uomo dalla schiavitù e dalla tirannia. 

La Terza Divisione di Fanteria fece proprio questo messaggio già nella Prima Guerra Mondiale, in Francia, dove da sola resistette, con il 38° reggimento contro due delle migliori divisioni tedesche, con la frase pronunciata dal Colonnello Ulysses Mc Alexander ai soldati, “Nous Resterons Là” “noi resteremo qui”.  La frase divenne uno dei motti della Divisione. 

Nel Secondo Conflitto Mondiale, attraversarono il Nord Africa, l’Italia da Salerno fino alla winter line, poi da Anzio fino a Roma, in seguito la Francia, la Germania e poi l’Austria. 

Furono i primi soldati con la Quinta Armata a conquistare Roma passando da sud e furono i primi soldati nella storia militare della Francia ad attraversare con successo i monti  Vosgi in inverno, sconfiggendo il nemico, mai un esercito ci era riuscito. 

In occasione dell’ 80° anniversario dello sbarco di Battipaglia e dell'inizio delle operazioni nel centro Italia sono onorato di rappresentare la Terza Divisione di Fanteria per questa ricorrenza. 

Rappresento solo una piccola parte di una storia grandissima la rappresento per il titolo concesso dalla direzione negli USA insieme con tutto l’avamposto Italiano e le Associazioni che ne fanno parte. 

Rappresentiamo in Italia i reduci ed i figli dei reduci, i soldati che sono caduti e riposano nei Sacrari Militari Italiani. Tutte le persone di questa grande famiglia che è l’Associazione della Terza Divisione di Fanteria US Army. 

Sarà l’80° anniversario della liberazione in tutti i paesi  e le grandi città che hanno visto le strisce bianche e blù stampate sugli elmetti sfilare salutando la folla e distribuendo baci, sigarette e cioccolate; ma dando a tutti la cosa più grande, la speranza in un futuro migliore, una vita da uomini liberi. 

Può sembrare facile oggi, raccontare questo dalla parte di coloro che hanno vinto e ci hanno reso liberi, ma come faccio ogni volta che scrivo per ricorrenze importanti, il mio primo pensiero va al nemico di ieri, almeno fino al giorno della resa, che ha la mia stessa cittadinanza. 

Lessi un giorno in un libro del fastidio che provavano i soldati della Terza Divisione Americana nel vedere gli Italiani a Palermo inveire contro i loro soldati che sfilavano prigionieri, rei solo di rappresentare, con la divisa, quello che si voleva dimenticare al più presto, comprensibile visto il dolore che aveva sopportato il popolo fino a quel giorno.

Ma erano italiani, ragazzi a cui il fascismo aveva ordinato di combattere. Qualche settimana prima a Licata un giovane soldato italiano difendeva con una mitragliatrice e da una posizione imprendibile, la costa dallo sbarco della Terza Divisione di Fanteria; obbediva a degli ordini. 

Fu trovato dai soldati americani ucciso con una coltellata alle spalle. Lo stesso avvenne ad Avellino, dove sfilarono sempre soldati Italiani che avevano appena liberato la città, cobelligeranti con gli Alleati, in quello che fu poi definito il Secondo Risorgimento Italiano.

Anche lì ci furono fischi e insulti. In entrambi i casi erano soldati, uomini, Italiani e non posso iniziare ogni mio scritto da presidente della Rappresentanza Italiana della Terza Divisione di Fanteria Americana, senza onorare la mia bandiera e ricordare il valore di coloro che in condizioni di assoluta inferiorità di mezzi, equipaggiamento e rifornimenti si batterono per il giuramento fatto alla bandiera, alla nazione, per l’onore del loro reparto, per il compagno che avevano accanto e per la libertà dal nazifascismo nella seconda fase del conflitto. 

Dopo l’8 settembre, quando questo esercito fu deportato nei campi di prigionia tedeschi gli fu chiesto di aderire al Reich e alla Repubblica Sociale Italiana. Oltre il 90% disse di no e preferì morire di stenti e di fatiche; tra questi anche un mio indiretto parente che non ho mai conosciuto, partì con la chiamata alle armi, era alto e robusto, fu lasciato morire di fame, in un campo di lavoro nel nord della Germania, ho trovato dove riposa solo pochi anni fa, non si arrese alla proposta di riprendere le armi con i fascisti, restando denutrito fino a pesare 37kg e spegnersi in una notte. 

Erano ragazzi degli anni 20, come quelli che sbarcavano sulla costa di Salerno, ai quali era arrivata una cartolina per presentarsi alle armi e che si batterono sempre con onore, forza, coraggio e disciplina e quando gli fu chiesto di scegliere, scelsero la libertà pagando con la vita. 

Decine e decine di caduti, dimenticati dalla storia, perché dentro una divisa logora e sudicia con stemmi che volevamo dimenticare, ma per sempre ricordati dalle loro madri, dalle loro mogli e da tutti coloro che li conobbero da uomini liberi. 

Altri ragazzi di 20 anni venuti dagli Stati Uniti sbarcarono in Italia e molti di questi avevano i nonni in qualche paese del sud che non avevano mai conosciuto. Componevano tre reggimenti che segnarono la storia della Seconda Guerra Mondiale in Europa e che iniziarono da Battipaglia la loro avanzata fino a Norimberga, Monaco ed al rifugio dell’aquila di Hitler dove ammainarono la bandiera nazista.

Quel giorno alcuni sottufficiali chiesero al tenente Sherman Pratt, del 7th reggimento cosa fare della bandiera nazista appena ammainata, Pratt disse a loro di tagliarla in tanti piccoli pezzi e darli ad ogni soldato salito sulla vetta, l’aveva meritata. 

Spesso per queste ricorrenze ci vengono in mente gli eroi, coloro che hanno segnato la storia della Terza Divisione di Fanteria; che hanno ottenuto decine di medaglie per il loro valore e coraggio. 

I tre reggimenti sono pieni di questi eroi. Ma oggi vorrei ricordare coloro che la storia non nomina, che riempiono solo le liste dei caduti; croci bianche su prati verdi, ma che fino al momento più sfortunato della loro breve vita hanno dato tutto il coraggio che avevano per la missione che avevano da compiere; liberare l’Europa dal nazifascismo. 

Sono migliaia; il 40% delle croci bianche del Cimitero Americano di Nettuno sono della Terza Divisione di Fanteria Americana. Alcuni non hanno toccato mai la terra ferma, colpiti in uno dei tanti sbarchi della Divisione. Corpi che il mare ha riportato sulla riva mentre i compagni andavano avanti e si perdevano all’orizzonte. 

C’è un ragazzo che mi viene sempre in mente, Samuel Rohan, aveva 18 anni. Arrivato con lo sbarco di Battipaglia, fece tutta l’avanzata fino al Volturno, superò quella tremenda battaglia per attraversare il fiume fino a trovarsi impaurito dentro una buca su monte Camino, sulla linea d’inverno, durante un contrattacco tedesco. Quel giorno vide manifestarsi il soldato Floyd Lindstrom che difese lui e tutta la compagnia arrestando il contrattacco e meritando una Medal Of Honor. Iniziarono a chiamare quell’eroe “pops, nonnetto” perché a 25 anni era uno dei più anziani e probabilmente lo fece anche Samuel. 

Nell’inferno dell’operazione Shingle era presente, un veterano con i suoi 19 anni appena compiuti. Partì all’attacco il 23 maggio del 1944 e fu ucciso, rimanendo come molti altri sul terreno in attesa del servizio di recupero dei caduti, era il secondo attacco a Cisterna di Latina. 

Non c’è nulla che lo ricorda, nessuna azione, nessun gesto eroico, ma era sempre presente e al suo posto, quando la battaglia si faceva dura ed occorreva avere coraggio e lanciarsi all'attacco. 

Due anni fa, ho avuto l’onore di ascoltare le parole di un reduce americano della 34th Red Bull in visita a Roma, disse che la ricompensa più bella per un soldato di 20 anni che entrava in una città appena liberata erano i sorrisi delle persone ed i baci delle ragazze, non dovevi chiedere nulla, solo scegliere quella che ti piaceva di più, era una sensazione bellissima. Spero che tante ragazze gli abbiamo regalato un bacio o un sorriso da Battipaglia fino a Cisterna, in tutto il viaggio per la libertà che ha fatto in Italia.

Per l’ottantesimo anniversario dello sbarco della Terza Divisione di Fanteria US Army a Battipaglia e dell’inizio delle operazioni per la risalita fino a Roma, rinnoviamo la nostra promessa di onorarli e ricordarli. Agli sconosciuti alla gloria va la nostra gratitudine infinita per il loro sacrificio ed il sangue versato per la liberazione dell’Italia.

Scrisse il Gen. Collin Powell

"Nel corso degli anni, gli Stati Uniti hanno inviato tanti dei loro migliori giovani uomini e donne a combattere per la libertà oltre i nostri confini, con grande rischio. L'unica terra che abbiamo sempre chiesto in cambio è sufficiente per seppellire coloro che non sono tornati".

Rock of the marne!

Associazione della Terza Divisione di Fanteria US Army 

Sezione Italiana, avamposto nr. 16






 




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