martedì 22 gennaio 2019

75° Anniversario dello Sbarco di Anzio


Domani saremo al Cimitero Americano di Nettuno a rappresentare ed Onorare la Terza Divisione di Fanteria Americana.
Ed in questa notte che precede la giornata di domani ho ripensato a questi giorni di 75 anni e del loro significato nell'intera campagna d'Italia intrapresa dagli alleati.
Mi ha aiutato in questo il libro con le memorie di Frido Von Senger Und Etterlin dal titolo “senza paura, senza speranza”.
Cosa rimane di quella immane carneficina che fu la battaglia di Cassino e lo Sbarco di Anzio? 
Forse due errori tattici, come si comprende dalla lettura delle memorie del grande Generale Tedesco.
Forse.. ma è terribile solo a pensarlo e anche peggio a scriverlo. 
Ma se esco dal terreno del campo di battaglia ed osservo le carte, così come le osservò Frido nell'organizzare la difesa di Cassino e più in generale dell’intera campagna Italiana, mi rendo conto che se la scelta Tedesca fu quella di cedere ogni centimetro dell’Italia a caro prezzo, la scelta Americana dell’inseguimento “faccia a faccia” fu devastante in termini di vite umane e distruzioni lungo la strada.
Osserva Frido V.S. che una prima occasione per gli Americani fu quella della prima battaglia di Cassino. 
La scelta di passare a Nord di Cassino nel corridoio di Atina, con un’ avanzata composta da truppe di montagna, supportate con i  rifornimenti di armi e uomini e con i fianchi protetti; abbinata all’avanzata dei mezzi corazzati lungo la valle, avrebbe aggirato Cassino e rese vane tutte le difese poste dai Tedeschi.

Ma questo non avvenne e l’idea iniziale del Generale Francese Juin non venne presa in considerazione, tanto che le sue truppe vennero mandate al massacro sulle vette a nord di Cassino solo a protezione dell’attacco della 34a Red Bull a Monte Castellone, subito dietro l’abazia di Cassino.

Se la tattica di tenere impegnato l’avversario frontalmente con forze limitate e tentare l’aggiramento dello stesso fu una delle tattiche meglio riuscire dagli Alleati a livello di scontro locale, questo non avvenne a livello strategico.

Frido, nelle sue memorie osserva la conformazione dell’Italia, stretta e lunga, con migliaia di chilometri di coste; tutti luoghi ideali per sbarchi anfibi, ma osserva anche che la penisola aveva al suo fianco due aeroporti naturali che non furono utilizzati al meglio delle loro possibilità, erano la Sardegna e la Corsica (in realtà furono utilizzate ma per gli attacchi aerei nel nord Europa..) che avrebbero permesso di supportare uno sbarco in grande stile direttamente a Livorno tagliando in due la penisola e lasciando nella parte meridionale tutte le forze Tedesche schierate che non avevano supremazia aerea e navale a quel punto della guerra.

Quando gli Americani decisero di sbarcare alle spalle dei Tedeschi, ad Anzio, in una manovra a tenaglia, osserva Frido, questo fu una sorpresa, dato che le forze erano maggiormente impegnate sul fronte di Cassino e le restanti erano nel nord. 

I Tedeschi prevedevano uno sbarco ma non in quella zona e fecero confluire in tempo record la 14a armata del Generaloberst Eberhard von MACKENSEN per contrastare l’avanzata e ricacciare in mare gli Alleati ma anche per difendere il fianco della 10a armata del Generaloberst Heinrich Gottfried von VIETINGHOFF. 

Lo sbarco di Anzio, fu, secondo Von Senger, un’altra occasione persa per gli Alleati, che avrebbero dovuto chiudere la tenaglia a Val Montone ed intrappolare la sua 10a armata invece di proseguire per Roma inseguendo la 14a dopo la sconfitta dell’operazione Fischfang, il contrattacco tedesco.

Ma questo non avvenne e lo scontro tornò ad essere un faccia a faccia con la 14a e la 10a armata tedesca, che posero sul piano strategico un capolavoro di tattica.

Osserva ancora Frido, che nel combattimento classico: “io avanzo e attacco tu arretri e ti difendi”, per vanificare e rallentare l’avanzata dell’avversario sarebbe bastato creare di volta in volta delle linee di difesa con un minimo impegno di forze, questo avrebbe rallentato la maggiore mobilità e velocità degli alleati e permesso alle truppe in ritirata di riorganizzarsi in nuove linee di difesa e far affluire rinforzi.

Questa era una strategia che proveniva dai grandi scontri dei secoli precedenti e doveva solo essere modificata applicandola alle nuove tecnologie, alle armi dell’epoca e alla conformazione del terreno dello scontro.

I tedeschi della 10a armata scelsero di ritirarsi attraverso la parte montuosa ad est del Lazio, in questo modo avrebbero costretto le truppe corazzate alleate a muoversi in percorso tortuoso, fatto di piccole strade e grandi dislivelli.

Queste strade inoltre, non avevano la possibilità di essere aggirate e sarebbe bastato solo controllare di volta in volta tutte le vie perpendicolari al percorso usato in ritirata per impedire possibili aggiramenti. 
L’unico pericolo veniva dall’aria, ma in alcuni casi le strade, strette nelle gole delle montagne, impedirono attacchi radenti.

La 14a armata, protesse la 10a e la fece “sfilare” di fianco gli Alleati, quando capì che il loro attacco era mirato all’arrivo a Roma.

Sta di fatto che questo capolavoro di tattica portò ad una serie di linee di difesa, come quella del Trasimeno e quella dell’Arno che furono superate con grande sacrificio di mezzi e uomini fino allo scontro sulla linea Gotica che nel frattempo era stata allestita dal grosso delle truppe. 

Fu un altro immane massacro, come Cassino, come le battaglie successive allo sbarco di Anzio che si potevano forse evitare intrappolando la 10° armata e parte della 14a nella “sacca” di Valmontone.

Cosa ci resta quindi domani, quando varcheremo il cancello del cimitero Americano di Nettuno, quello Tedesco di Pomezia e quello Inglese di Anzio.

Il sacrificio ed il valore di tanti uomini impiegati nell’attacco e nella difesa. 
Il valore di coloro che pur non avendo grandi comandanti eseguirono sempre gli ordini ricevuti con il massimo dell’impegno e del rispetto cercando di avanzare sempre e rendere efficiente una macchina bellica impressionante.

Il valore di coloro che pur avendo comandanti di primo livello e consci che la guerra oramai era persa si batterono sempre con onore, senza paura e senza speranza.

A coloro che vinsero la Battaglia di Cassino, quella di Anzio e tutta la campagna d'Italia va il nostro riconoscimento per averci liberato dalla tirannia, dal Fascismo e dal Nazismo.

Ai vinti, va l’onore delle armi, come si conviene quando si comprende il valore avuto dal soldato, indipendentemente dall’essere il nemico.

Ass. Terza Divisione di Fanteria US Army - Italia











sabato 12 gennaio 2019

12 Gennaio 1944 - 2019


Oggi ricordiamo:

Martin Kenneth M.
Private
Service Number 33604024
15th Infantry Regiment 
3rd Infantry Division
Pennsylvania
Sicily-Rome American Cemetery

sul suo memoriale, un americano di nome Jill, nel 2007 scrisse:

"Non per fama o premio, non per il posto o per il rango, non attirato dall'ambizione o pungolato dalla necessità, ma nella semplice obbedienza al dovere mentre lo comprendevano, soffrivano tutti, sacrificavano tutti, osavano tutti e morivano. 
Possa tu riposare nella pace eterna."

non c'è traccia della sua data di nascita.




venerdì 11 gennaio 2019

Appunti di viaggio, i giorni del 75° Anniversario delle battaglie sulla Winter Line




In questo viaggio meraviglioso che è la vita di ognuno di noi ci sono dei giorni che restano vivi nella memoria più di altri. 
Sono i giorni in cui ti rendi conto che la tua vita ha preso la direzione che stavi cercando. 
Mai avrei pensato di incontrare un giorno Victor “Tory” Failmetzger e sua moglie ed il giorno dopo Chris Britt, nipote di Maurice Britt. 
Mai avrei pensato che la storia dei loro zii e nonni; soldati e ufficiali della Terza Divisione, con il loro sacrificio e la loro memoria, sarebbero stati il mezzo per unire in un amicizia profonda persone lontane migliaia di chilometri. 
Già mi era successo con gli amici fraterni del Cinquantunesimo Bersaglieri e stiamo percorrendo insieme la strada dell’onorare e ricordare da oltre dieci anni. 
Ed ora un nuovo inizio parallelo al primo.
Mentre viaggiavo in metro, la sera in cui ho conosciuto di persona Victor, mi tornava in mente l’immagine dello Zio sul Carro Armato degli American Knights, la sua immagine era tra me e Victor, era presente tra noi.
Era lui, nella fierezza del suo essere soldato, nella fierezza del compimento della sua missione, il nostro anello di unione.
Parlavamo di storia, delle gesta degli eroi della Terza Divisione, dei racconti di guerra tratti dalle loro memorie e loro erano di nuovo vivi, la loro memoria non era andata perduta, ma era viva negli occhi di Victor e nei miei.
Lo stesso accadde la sera dopo, quando camminando per via Veneto ho incontrato per la prima volta Chris Britt. 
Il suo primo regalo fu un cappello dei Broncos… e pensai subito al nonno, giocatore dei Detroit Lions; anche il football era presente in questa storia fantastica; segnali indelebili che le stelle stavano giocando con me nel cielo.
Chris Britt, nipote di uno degli ufficiali più decorati della storia dell’Esercito degli Stati Uniti d’America era con me, ed io, grazie all’invito del presidente Toby, che ho accettato subito, avevo creato la sezione Italiana dell’Associazione della Terza Divisione di Fanteria US Army ed in quei due giorni mi stavo accorgendo che la vita aveva preso una strada ben definita, dove i colori erano il blu ed il bianco a strisce diagonali.
Era un viale alberato pieno di croci bianche con sopra dei nomi che stavano solo aspettando di essere ricordati per quello che avevano fatto.
Erano foglie ingiallite dal tempo che andavano tolte con le mani dal marmo bianco delle lapidi per dare di nuovo vita al nome inciso sopra ed alla sua storia.
Erano soldati, a volte dimenticati anche nella loro patria, come ha scritto Chris in una sua splendida lettera dedicata a tutti noi.
Soldati che hanno compiuto cose incredibili nella campagna di liberazione dell’Italia ed in particolare nella Winter Line. 
Monterotondo, Montelungo, Monte Camino, non hanno forse avuto l’attenzione della storia come il D-Day o la battaglia di Bulge, ma furono battaglie di logoramento ai limiti della sopportazione umana.
Il giorno della prima riunione della sezione Italiana della Terza Divisione, mentre viaggiavamo in macchina, gli occhi di Chris scrutavano l’orizzonte per cercare Monterotondo, per lui era tutto un mondo nuovo, come lo era stato per il nonno, montagne nuove, pianure nuove.
La macchina correva lungo la strada della memoria, erano i ricordi, i racconti del nonno che prendevano forma e colore; erano case, montagne, alberi, colline, cielo, fiumi, era tutto, era emozione, vicinanza, odore, suoni, percezioni.
La nostra missione di onorare e ricordare stava portando il nipote nei luoghi dei ricordi del nonno ed io stavo vivendo quei momenti insieme a lui.
Arrivammo tutti all’hotel Best Western di Cassino, venivamo da Roma, da Firenze, da Pistoia, da l’Aquila, da Udine, da Milano, da Napoli, dalla Virginia e dal Colorado.
Tutti uniti da un solo simbolo, che ci salutava dando il benvenuto all’ingresso dell’Hotel.
La prima visita in programma fu nei luoghi della tragedia della 36a Divisione Texas sul fiume Gari-Rapido; dalla collina, la vista del fiume e del campo di battaglia hanno fatto capire subito il motivo per cui in due giorni caddero oltre 1000 soldati americani.
Ricordo il silenzio di Tory e Chris di fronte alla pianura spoglia di alberi, attraversata da un piccolo fiume impetuoso. 
I campi di battaglia, tra San Pietro Infine e Cassino, fanno questo effetto perchè restano in molti casi intatti e danno l’esatta percezione del sacrificio che si è compiuto 75 anni fa.
Dopo la pausa pranzo sentivamo l’emozione correre come il sangue nelle vene e fu vera emozione quando in una delle ultime curve Chris vide la collina di Monterotondo per la prima volta.
Il seguito fu un grande momento per Lui e per tutti noi. 
Fino a quando arrivammo nel punto esatto dove il nonno compì le sue gesta eroiche, li dove le buche del 30° reggimento sono ancora visibili nel bosco, come se il tempo si fosse fermato. 
Abbiamo visto Chris sedersi dentro una buca e restare in silenzio guardandosi intorno, come per cercare lo spirito del nonno, che ancora corre tra quegli alberi ammirato dai suoi soldati.
Una volta lessi che si apprezza di più la vita quando si ha la coscienza di cosa è stato fatto dagli uomini per poterla rendere libera da ogni schiavitù.
Guardando Chris uscire dal bosco, nel suo sorriso, ho avuto quella percezione, credo respirasse meglio l’aria fresca della sera e sentisse ancora di più il nonno vicino a lui.
La tappa successiva, sempre a Monterotondo, fu la grotta di Audie Murphy, oggi la zona è stata pulita, c’è un cartello stradale che indica la località, un pannello informativo ed un palo per issare la bandiera americana durante le celebrazioni. 
Monterotondo, una piccola collina dimenticata, che conservava dentro i suoi boschi la guerra di Britt, e la guerra di Murphy, due colossi della storia americana della seconda guerra mondiale.
Rientrando verso le macchine, nel silenzio che mi prende quando lascio queste zone, ero contento, perché oggi posso scrivere a tutti voi, lettori di questa rivista e soci di tutto il mondo dell’Associazione della Terza Divisione di Fanteria. 
La missione è stata compiuta grazie al lavoro di tutte le persone dell’Associazione ed in particolare del Museo Historicus, nostra base operativa in zona,  ed in particolare di Maria Cristina Verdone che è riuscita ad ottenere l’autorizzazione del proprietario di Monterotondo alla gestione della zona e che negli scorsi mesi ha corso in lungo ed in largo per tutta la zona per creare l’evento che tutti noi aspettavamo.

Oggi, grazie a Lei e tutti i soci della Terza Divisione di Fanteria outpost 16, possiamo dire che la zona può essere visitata ogni giorno dell’anno, con comode indicazioni e cartelli informativi.
Ma la giornata del 7 dicembre, sembrava non finire mai, e dopo Britt e Murphy venne il momento di onorare Floyd K Lindstrom, la Medal Of Honor alla quale abbiamo dedicato la sezione Italiana della Terza divisione di Fanteria.
I luoghi dove lui ha ottenuto al più alta onorificenza sono stati individuati da poco e sono stati di grande suggestione per tutti i partecipanti. 
Nella zona tutto è rimasto come allora, anche una tanica di benzina, arrugginita dal tempo, era presente lungo la strada. Le rovine della casa dove fu posizionato il pronto soccorso, la chiesa dove venivano deposti i cadaveri, oggi hanno di fronte a loro la bandiera americana che sventola e ricorda che li, un giorno, passarono i Cottonbalers con il loro motto “Volere e potere”.

Impressionante la vista della montagna dal punto dove i ragazzi del 7° reggimento iniziarono a salire per conquistare Montecamino. 
Saliremo su quella vetta il prossimo giugno con Chris e Tory e forse anche Toby… per raggiungere il punto esatto dove Lindstrom diede prova del suo coraggio.

Ma le sorprese non erano finite ed erano concentrate nel museo Historicus di Caspoli, che conserva numerosi reperti e oggetti appartenuti ai soldati della Terza Divisione di fanteria. 

All’interno del museo ora è presente una parete dedicata alla Terza Divisione di Fanteria e la sorpresa per Chris fu di trovare le foto originali del nonno incorniciate sulla parete e questo è stato per lui il gran finale di una giornata per lui indimenticabile.

Per tutto il giorno ed i giorni a seguire, Victor è stato non solo colui che traduceva in Inglese per Chris, ma il nostro storico, che ha raccontato particolari delle sue ricerche fatte negli anni sulle battaglie lungo la Winter Line.
La sera, durante la cena interminabile, tipica Italiana, abbiamo conferito a Chris e Victor, il titolo di soci onorari del nostro avamposto.
I due giorni seguenti sono stati dedicati alla visita dei luoghi delle battaglie della Winter Line e di Cassino, con la partecipazione alle cerimonie ufficiali del 75° anniversario della battaglia di Montelungo da parte dei reparti italiani cobelligeranti con gli Alleati, con la presenza del Capo dello Stato, del ministro della difesa e delle più alte cariche militari.
Tre giorni indimenticabili nella memoria di tutti, tre giorni che sono stati solo un inizio, perché sappiamo che Victor tonerà a giugno ed anche Chris.
Noi siamo già al lavoro per il 75° anniversario dello sbarco di Anzio e per il 75° anniversario della liberazione di Roma.
Un saluto a tutti

Luigi Settimi - Outpost #16 Italy.

In this wonderful journey that is the life of each of us there are days that remain alive in the mind more than others. These are the days when you realize that your life has taken the direction you were looking for. I would never have thought of meeting Victor "Tory" Failmetzger and his wife one day and Chris Britt, Maurice Britt's nephew, the next day. Never would have thought that the story of their uncles and grandparents; soldiers and officers of the Third Division, with their sacrifice and their memory, would have been the means to unite in a profound friendship thousands of miles away. It had already happened to me with the fraternal friends of the Fifty-first Bersaglieri and we are going along the road of honoring and remembering for over ten years. And now a new beginning parallel to the first one.
While traveling by metro, the night I met Victor in person, I remembered the image of the Uncle on the American Knights Tank, his image was between me and Victor, he was present among us.
It was he, in the pride of his being a soldier, in the pride of the fulfillment of his mission, our union ring.
We talked about history, about the deeds of the heroes of the Third Division, about the stories of war taken from their memories and they were alive again, their memory was not lost, but it was alive in Victor's eyes and mine.
The same happened the night after, when I walked across Via Veneto and met Chris Britt for the first time. His first gift was a Broncos hat ... and I immediately thought of his grandfather, a Detroit Lions player; football was also present in this fantastic story; indelible signs that the stars were playing with me in the sky.
Chris Britt, nephew of one of the most decorated officers in the history of the United States Army was with me, and I, thanks to the invitation of President Toby, whom I accepted immediately, had created the Italian section of the Association of the Third US Army Infantry Division and in those two days I was realizing that life had taken a well-defined path, where the colors were blue and white with diagonal stripes.
It was a tree-lined avenue full of white crosses with names that were just waiting to be remembered for what they had done.
They were leaves yellowed by time that were removed with the hands from the white marble of the headstones to give new life to the name engraved above and its history.
They were soldiers, sometimes forgotten even in their homeland, as Chris wrote in his splendid letter dedicated to all of us.
Soldiers who have done incredible things in the liberation campaign of Italy and in particular in the Winter Line. Monterotondo, Montelungo, Monte Camino, perhaps did not have the attention of history as the D-Day or the battle of Bulge, but they were battles of attrition to the limits of human endurance.
The day of the first meeting of the Italian section of the Third Division, while we were traveling by car, Chris's eyes searched the horizon to find Monterotondo, for him it was a whole new world, as it had been for his grandfather, new mountains, new plains .
The car ran along the road of memory, it was the memories, the stories of the grandfather who took shape and color; they were houses, mountains, trees, hills, sky, rivers, it was all, it was emotion, closeness, smell, sounds, perceptions.
Our mission to honor and remember was taking the nephew to the grandfather's memories and I was living those moments with him.
We all arrived at the Best Western Hotel in Cassino, we came from Rome, Florence, Pistoia, Aquila, Udine, Milan, Naples, Virginia and Colorado.
All united by a single symbol, which greeted us by welcoming the entrance to the Hotel.
The first scheduled visit was in the tragedy sites of the 36th Texas Division on the Gari-Rapido river; From the hill, the view of the river and the battlefield immediately made it clear why over 1,000 American soldiers fell in two days.
I remember the silence of Tory and Chris in front of the bare plain of trees, crossed by a small impetuous river. The battlefields, between San Pietro Infine and Cassino, make this effect because they remain intact in many cases and give the exact perception of the sacrifice that took place 75 years ago.
After the lunch break we felt the emotion running like blood in the veins and it was true emotion when in one of the last curves Chris saw the hill of Monterotondo for the first time.
The following was a great moment for him and for all of us. Until we arrived at the exact point where the grandfather performed his heroic deeds, where the holes of the 30th regiment are still visible in the woods, as if time had stopped. We saw Chris sit in a hole and remain silent looking around, as if to look for the spirit of his grandfather, who still runs among those trees admired by his soldiers.

Once I read that one appreciates more life when one is conscious of what has been done by men in order to make it free from all slavery.
Watching Chris out of the woods, in his smile, I had that perception, I think he breathed better the fresh air of the evening and felt even more the grandfather near him.
The next stop, also in Monterotondo, was the cave of Audie Murphy, today the area has been cleaned, there is a road sign indicating the location, an information panel and a pole to hoist the American flag during the celebrations. Monterotondo, a small forgotten hill, which kept in its woods the war of Britt, and the war of Murphy, two giants of American history of the second world war.
Returning to the cars, in the silence that takes me when I leave these areas, I was happy, because today I can write to all of you, readers of this magazine and members of the whole Third World Association of Infantry, that the mission was accomplished thanks to the work of all the people of the Association and in particular of the Historicus Museum which is located in the area, our operative base in the area, and in particular of Maria Cristina Verdone who managed to obtain the authorization of the owner of Monterotondo to the management of the area and that in recent months has run far and wide throughout the area to create the event that we all expected.
Today, thanks to you and all the members of the Third Infantry Division outpost 16, we can say that the area can be visited every day of the year, with convenient information and information boards.
But the day of December 7, seemed to never end, and after Britt and Murphy it was time to honor Floyd K Lindstrom, the Medal Of Honor to which we dedicated the Italian section of the Third Infantry Division.
The places where he has obtained the highest honor have been identified recently and have been very suggestive for all participants. In the area everything remained as it was then, even a tank of petrol, rusted by time, was present along the way. The ruins of the house where the emergency room was located, the church where the corpses were laid, today have in front of them the American flag that flies and remembers that one day they passed the Cottonbalers with their motto "Volere e potere" .
Impressive view of the mountain from the point where the boys of the 7th regiment began to climb to conquer Montecamino. We'll climb the summit next June with Chris and Tory and maybe even Toby ... to get to the exact spot where Lindstrom showed his courage.
But the surprises were not finished and were concentrated in the Historicus museum of Caspoli, which preserves numerous artifacts and objects belonging to the soldiers of the Third Infantry Division. Inside the museum there is now a wall dedicated to the Third Infantry Division and the surprise for Chris was to find the original photos of his grandfather framed on the wall and this was for him the grand finale of an unforgettable day for him.
Throughout the day and the days to follow, Victor was not only the one who translated into English for Chris, but our historian, who told details of his research done over the years on the battles along the Winter Line.
In the evening, during the interminable, typical Italian dinner, we gave Chris and Victor the title of honorary members of our outpost.
The following two days were dedicated to visiting the sites of the battles of the Winter Line and Cassino, with participation in the official ceremonies of the 75th anniversary of the Battle of Montelungo by the Italian departments with the Allies, with the presence of the Head of the State, the Minister of Defense and the highest military positions.
Three unforgettable days in the memory of all, three days that were just a beginning, because we know that Victor will ton in June and also Chris.
We are already at work for the 75th anniversary of the landing of Anzio and for the 75th anniversary of the liberation of Rome.
Greetings to all readers 

Luigi Settimi - Outpost # 16 Italy.
































giovedì 10 gennaio 2019








Sicily-Rome American Cemetery
75th Anniversary of Allied Landings at Anzio and Nettuno


January 22, 2019, at 10:30am CET

Sicily-Rome American Cemetery will host a commemorative ceremony on January 22, 2019 at 10:30 a.m. to mark the 75th anniversary of the Allied landings at Anzio and Nettuno. The ceremony will include a wreath laying as well as the sharing of individual stories of some of those interred or memorialized at the cemetery.  

Later that same day, the cemetery will host a luminary beginning at 5 p.m. Every headstone, as well as the names on the Walls of the Missing, will be illuminated with candles. The cemetery will have extended hours that day due to the luminary and not close until 8 p.m. Both events are free to attend and open to the public. 

These events pay tribute to the almost 11,000 Americans honored at Sicily-Rome American Cemetery, who died fighting to liberate Italy. Stalemated at the formidable Gustav Line north of Naples in late 1943, the Allies outflanked the line with surprise, amphibious landings at Anzio and Nettuno on January 22, 1944. They then broke through the defensive lines with a massive offensive in May 1944. By early June of 1944, after almost a year of arduous campaigning, Rome was liberated.

Documento tratto dal sito: www.abmc.gov/news-events/events/



Il cimitero americano Sicilia-Roma ospiterà una cerimonia commemorativa il 22 gennaio 2019 alle 10:30 per celebrare il 75 ° anniversario dello sbarco alleato ad Anzio e Nettuno. La cerimonia includerà una deposizione di ghirlande e la condivisione di storie individuali di alcuni di questi sepolti o commemorati nel cimitero.

Più tardi nello stesso giorno, il cimitero ospiterà un luminare a partire dalle 17:00. Ogni lapide, così come i nomi sulle pareti dei Dispersi, saranno illuminate con le candele. Il cimitero avrà l'orario di apertura prolungato per questo giorno fino alle 20.00 di sera per via delle luminarie. Entrambi gli eventi sono aperti al pubblico.

Questi eventi rendono omaggio ai quasi 11.000 americani onorati al cimitero americano Sicilia-Roma, che morirono combattendo per liberare l'Italia. Dopo la situazione di stallo nella formidabile linea Gustav a nord di Napoli alla fine del 1943, gli Alleati aggirarono la linea con uno sbarco anfibio ad Anzio e Nettuno il 22 gennaio 1944. Poi, nel maggio del 1944, sfondarono le linee difensive con una massiccia offensiva. Giugno del 1944, dopo quasi un anno di ardite campagne, Roma fu liberata.

Documento tratto dal sito: www.abmc.gov/news-events/events/

Le associazioni:

LI Btg. Bersaglieri AUC "Montelungo 1943"
Ass. Terza Divisione di Fanteria US Army - OP16 Italia
American Legion OP5 Colorado Springs
Ass. Linea Gotica Pistoiese Onlus
Museo Historicus di Caspoli (CE)
Ass Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione



Saranno presenti all'evento